
Partenza: Colle della Maddalena o Col de Larche (1996 m)
Quota massima: Monte Oronaye (3100 m)
Dislivello: 1200 m complessivo – dislivello ferrata 350 m
Difficoltà: AD
Lunghezza complessiva: 17 km circa
Giro ad anello: si, in parte
Note Tecniche: l’itinerario complessivo è piuttosto lungo per cui è necessario che le condizioni metereologiche siano stabili. Ascensione da non affrontare in caso di brutto tempo (pioggia, temporali, nebbia).
Munirsi di adeguata attrezzatura quale imbrago, kit da ferrata, casco, corda da 30 mt, materiale per le calate, rinvii.
Curiosità: la ferrata degli Alpini è stata creata sul percorso realizzato dagli alpini, in particolar modo dal Battaglione Dronero negli anni 30/40 per scopi militari, strategici e di osservazione. Si tratta quindi di una via storica e più precisamente di un percorso attrezzato, facente parte delle opere del Vallo Alpino.
La via ferrata degli Alpini è stata restaurata nel 2014 grazie alla guida Alpina Nino Perino e con la collaborazione di altre guide e volontari del Soccorso Alpino della Val Maira.
Monte Oronaye: Ferrata degli Alpini, Punta Dronero e cresta est
Da Cuneo, ci dirigiamo in Valle Stura. Superiamo l’abitato di Argentera e proseguiamo. Oltrepassiamo il Lago della Maddalena e parcheggiamo nei pressi del Colle della Maddalena o Col di Larche a 1996 m.
La partenza della nostra escursione alpinistica è nei pressi del Rifugio per la Pace e l’Europa, ma dal lato opposto, ovvero dal piazzale che si trova proprio di fronte. Pertanto iniziamo il nostro cammino e raggiungiamo il sentiero principale, il G.R. de Pays. Nel pressi del Bec du Lièvre, a sinistra, e della T.te des Blaves a destra, noi svoltiamo a destra.

Perveniamo così ad un primo laghetto completamente asciutto e poi al Lago dell’Oronaye o Lac de Oronaye a 2411 m. Tenendoci sulla sinistra raggiungiamo il Colle del Feuillas o Col de Echellette a 2749 s.l.m.

Superatolo, scendiamo per tracce di sentiero, (bisogna prestare attenzione in quanto molto scivoloso), svoltiamo a destra e raggiungiamo il Bivacco Enrico Mario a 2650 mt.

Sulla parete esterna del Bivacco Enrico Mario, era sicuramente presente il cartello con la descrizione della via ferrata di cui adesso rimane solamente il pannello sottostante.

Da qui decidiamo di indossare l’imbrago, il casco ed il kit da ferrata. Percorriamo il sentiero di avvicinamento che continuiamo a salire superando un risalto roccioso.

Si prosegue sulla destra e seguendo le tacche gialle raggiungiamo l’attacco della ferrata, dopo aver percorso circa 920 m di dislivello.

La stessa presente due cavi affiancati: uno è il cavo di acciaio degli anni 30’ con le caratteristiche olive in legno, l’altro è il cavo di sicurezza installato successivamente.


Il primo tratto della ferrata supera roccette, cengie, canalini e porta ad un piccolo ricovero, il Nido d’Aquila.

Da qui proseguiamo a sinistra in un tratto esposto, ma non sempre attrezzato. Per i non esperti è possibile utilizzare una corda, proceder in conserva ed ancorarsi a dei fittoni.
Il secondo tratto procede sulla sinistra e poi più verticalmente sino a quando, in breve, si raggiunge la Forcella Dronero (3000 m) ed il secondo ricovero scavato nella parete di roccia.

Da qui ha inizio la scala metallica molto verticale che porta ad un ultimo tratto attrezzato e successivamente permette di raggiungere la cima Dronero (3050 mt).


Poco distante è ben visibile, la nostra meta, il Monte Oronaye, che si può raggiungere solo con attrezzatura alpinistica.

Pertanto salutiamo gli amici che ripercorreranno la ferrata ed il sentiero, appena ultimate, mentre io con gli altri iniziamo la prima discesa in libera, da punta Dronero.

Ci caliamo alla prima forcella (una decina max di metri) e successivamente iniziamo l’arrampicata sul torrione con passaggi iniziali di 3 (III) , 4 (IV) e 4+ (IV+).

Scendiamo all’intaglio con una calata di una ventina di metri, risaliamo una parete con passaggi di 3 (III) e successivamente percorriamo tutta la cresta, con traversata più semplice, fino alla croce di vetta.

Il panorama è eccezionale anche se il cielo non è limpidissimo.
Per evitare di tornare indietro, scendiamo poi nel canale sud. Giunti al fondo dello stesso ci ricongiungiamo con il percorso fatto in salita e con gli amici.

Raccontiamo così a loro, la nostra avventura e le nostre emozioni cercando di trasmettergliele il più possibile.
La via ferrata degli Alpini che porta alla cima Dronero e la traversata della crest dell’Oronaye sono state un altro bel traguardo da aggiungere alla mia lista di escursioni.
Monte Oronaye: Ferrata degli Alpini, Punta Dronero e cresta est